Una volta approntato il fascicolo, il copista curava l’organizzazione e l’architettura della pagina predisponendo lo specchio di scrittura, vale a dire la porzione occupata dal testo, e gli spazi bianchi da destinare ai margini.
Il testo poteva essere distribuito a piena pagina o su due colonne (raramente su tre);
Veniva inoltre fissato il numero di righe della pagina e la distanza tra una riga e l’altra (unità di rigatura).
La prima operazione era quindi quella della rigatura, volta a tracciare – sulla pagina ancora bianca - una griglia di righe orizzontali e verticali entro cui inserire il testo.
Essa rappresenta dunque una fase fondamentale, preliminare all’attività di trascrizione del testo.
La rigatura poteva essere “a secco” o “a colore” (mina di piombo o inchiostro).
Seguiva la copiatura del testo, a cui poteva aggiungersi la realizzazione di un apparato decorativo più o meno sviluppato.
Si andava da soluzioni alquanto basilari (rubriche, iniziali, segni di paragrafo), che potevano essere eseguite anche dagli stessi copisti, a vere e proprie illustrazioni affidate a miniatori professionisti.